Kilian
2011-10-23 17:48:23 UTC
"Non credo sarà affatto facile." - continuò l'anziano annuendo verso il mago
- "gli oggetti saranno protetti, ma se come penso, la protezione è stata
posta dai Draghi Guardiani, allora la presenza di tre dei loro discendenti
potrebbe fare la differenza."
Elth'ar non aggiunse altro alle proprie parole, sapeva che quello che
stavano per fare avrebbe potuto ottenere solo una manciata di sabbia e
avrebbe esposto i maestri della città alle ire dei loro avversari.
Ma quello, in fin dei conti, era un dettaglio di scarso interesse per lui.
"Cosa dovrei fare?" - chiese allora Heuft, abbastanza interdetto.
"Niente di pericoloso, in realtà. " - lo tranquillizò il Maestro, dopo aver
girato attorno alla scrivania.
"Un incantesimo di divinazione abbastanza semplice." - interloquì Elth'ar -
"Il difficile è la riuscita e allora sarà uno scontro fra il creatore
dell'incantesimo e noi."
"Potere contro ...potere...?" - fece Heuft, ancora poco convinto ed il mago
annuì distrattamente.
"Volete tentare ora?" - domandò allora il Maestro. Elth'ar si guardò
attorno. - "Non credo che Kilian sia favorevole a questa pagliacciata...
Possiamo anche provare."
"Non acconsentirebbe mai. Dovremo farlo senza di lui." - confermò allora
Misty e il drow si girò verso di lei - "Nulla in contrario, ilharess?"
La mezzelfa annuì "Proviamoci. Sarà sempre meglio che andare alla cieca."
Il Maestro fece loro cenno di seguirli a quel punto, incamminandosi
lentamente fuori dalla stanza. Si diressero verso una porta in fondo al
corridoio, che Heuft e Misty riconobbero immediatamente: si stavano
dirigendo verso la Pagoda dedicata agli dei.
Il drow fece una smorfia. Non gli piaceva aver a che fare con divinità o
loro servitori. L'interno era magnifico, riccamente decorato, le pareti
sfavillavano di affreschi e mosaici che sembravano essere stati completati
appena il giorno precedente. Rappresentavano immagini totalmente sconosciute
al gruppo: una donna dalle grandi ali bianche che combatteva contro un
essere dalle sembianze demoniache. In un altro mosaico si vedeva un essere
austero che indicava una bilancia alle sue spalle. Il più bello era quello
che rappresentava una giovane dal volto illuminato dalla luna intenta a
cullare un neonato. Misty rimase a guardarla e il cuore le si strinse in una
morsa leggera.
Elth'ar aveva messo mano al libro che conteneva la sapienza di Sechial e
lentamente sfogliava le pagine, guardando distratto il percorso davanti a
lui, tanto che neppure si rese conto della serie di archi che separava il
resto del tempio dal fondo e neanche notò la fontana di acqua pura e limpida
che veniva convogliata attraverso scanalature del terreno, dettagli che
Heuft colse con genuino interesse.
Il Maestro si fermò accanto alla fontana, voltandosi verso gli altri. La sua
voce si fece più bassa. Era divenuta quasi solenne, mentre impartiva loro
istruzioni, come se fossero stati suoi novizi.
Tutti voi... disponetevi ai lati della fontana e prendetevi per mano.
Dobbiamo formare un cerchio. "
Elth'ar inarcò un sopracciglio ed un sorriso sarcastico spuntava sul suo
volto d'ebano.
"Le nostre pratiche possono sembrarvi strane Sapiente... ma vi prego di
ottemperarle." - aggiunse l'anziano, interpretando appieno i pensieri del
mago che alzò le spalle.
"Così sia." - gli rispose.
"Ciò che intendo fare ha un significato preciso..." - spiegò l'anziano -
"Voi avete la conoscenza, sopita dentro il vostro animo. Il Custode e la
Speranza, hanno il potere. Io farò da tramite, convogliando tutto questo
nell'acqua della fontana, capace di purifcare, affinchè la nostra visione
sia il più chiara possibile."
Il drow continuava ad essere dubbioso, ma era comunque disposto a provare.
Così si presero per mano, più scettici che altro. Il Maestro abbassò lo
sguardo nel momento in cui la mano di Misty sfiorò la sua, quindi chiuse gli
occhi. Heuft strinse forte la mano della mezzelfa, chiudendo il cerchio.
Calò il silenzio per qualche istante poi l'anziano sollevò di nuovo lo
sguardo, fissando l'acqua della fontana. Egli mormorò alcune parole
sottovoce, intellegibili. I tre coinvolti nel rito cominciarono a provare
qualcosa. Inizialmente sembrava un fastidio, come un formicolio lungo le
dita, che si estese rapido alle braccia per arrivare fino al petto, come uno
stuolo di piccole formiche indaffarate decise a raggiungere tutto il resto
del corpo. Tutti si sforzarono di rimanere immobili.
Elth'ar guardò i compagni, uniti dalle mani e rimpianse di aver acconsentito
a quell'esperimento che aveva quasi dell'imbarazzante.
"Pensate al medaglione." - sussurrò il Maestro - "focalizzatelo nella vostra
mente. Trovatelo, sentitelo... "
Heuft provò a concentrarsi, ma non aveva idea della forma del medaglione.
Iniziò però a vedere qualcosa di strano: c'erano antiche torri che emanavano
magia e potere.
Al suo fianco, Elth'ar iniziò a fare l'unica cosa che reputava ragionevole e
iniziò a pronunciare un incantesimo di individuazione. Fu in quel momento
che incontrarono improvvisamente un ostacolo.
Un muro, alto e antico, sfavillante di purezza si erse davanti a tutti loro,
sbarrando silenziosamente il passo a chi cercava di penetrare il segreto del
medaglione.
Il volto di Elth'ar si trasformò in una smorfia di disapprovazione.
Immaginava di non avere possibilità, ma l'amarezza della sconfitta era
sempre fastidiosa. Si allontanò da quella visione e aprì gli occhi,
concentrandosi invece sul potere che il maestro stava incanalando.
"Elth'ar... fidati. Ti prego. Questa non è semplice magia... è molto di più.
Non devi affidarti a ciò che sai... ma a ciò che SEI." - gli disse la ladra
sottovoce. Heuft si sentiva strano: sentiva la via sbarrata, ma era come se
avesse già superato quella barriera altre volte e per questo non accettava
di non poter superare ancora quell'ostacolo così familiare.
Il mondo cominciò a girare intorno a loro, chiusi nel loro incanto, davanti
a quel muro che sbarrava loro la strada. Il biancore abbacinante stava ora
sfumando in una tonalità più perlata, via via più scura.
Elth'ar si accigliò - E cosa sarei? Smettiamola! Solo perché un drago mi
parla in testa non cambia il fatto di essere un mortale che conta solo sulle
proprie forze! - continuava a ripetersi nella mente. Con amarezza il drow
si rese conto che non stava aiutando quella causa e così isolò quel
pensiero, concentrandosi totalmente sul presente.
Heuft cominciò a sentirsi sempre più debole, mentre il mago, al contrario,
sentiva le proprie forze aumentare. Se era quel muro che doveva abbattere,
mattone dopo mattone, l'avrebbe fatto. Misty accanto a loro emise un
profondo respiro, impallidendo leggermente e così il drow sentì la sua forza
crescere ancora.
Tanto più i suoi compagni si indebolivano, così lui si ergeva davanti a
loro, in potenza e intelligenza.
Vi era in lui qualcosa che non riusciva a comprendere, come se l'anima dei
suoi compagni gli stesse donando qualcosa che lui non riusciva a capire, ma
che tuttavia rielaborava, per creare qualcosa di ancora più grande, più
immenso e potente.
Elth'ar sospirò, chiudendo nuovamente gli occhi e dando una forma a
quell'energia che possedeva. Cercava di plasmarla in qualcosa che la sua
mente fosse in grado di usare, anche materialmente per aprire o sfondare
quel muro, manifestazione tangibile del potere del medaglione.
Sul muro, che andava a scurirsi sempre di più tanto da assumere una tonalità
rosata, iniziò a formarsi un disegno che emergeva dalle pietre come in
rilievo. Il mago continuò a plasmare l'energia che sentiva dentro. Le diede
una forma nella sua mente e la pose davanti a quel muro rifulgente.
Elth'ar cominciava a sudare, mentre Misty ed Heuft erano quasi allo stremo
delle forze.
Il disegno sul muro assunse la sua forma definitiva: un artiglio di drago,
sfavillante sullo sfondo delle pietre ormai rosso sangue.
L'energia assunse la forma di una sfera, al centro di quel disegno runico
sulla parete. In un attimo essa si separò, esplodendo in numerosi fili che
aleggiarono nell'aria scomposti prima di unirsi al simbolo sul muro,
ricoprendolo totalmente e facendolo pulsare.
Ogni filo si incastonava all'interno della depressione a forma di artiglio
fino a ricoprirlo del tutto, cambiandogli colore. La sfera davanti a loro ad
un certo punto si esaurì e tutto il potere si riversò contro l'ostacolo.
L'artiglio pulsò ancora per qualche istante poi parve quasi staccarsi dal
muro, flettendosi davanti a loro, contraendosi su se stesso fino a
scomparire, insieme alla barriera che li aveva fermati inizialmente.
Di colpo Elth'ar sentì che le forze gli venivano risucchiate e venivano
convogliate con estrema potenza verso il Maestro, ancora concentrato sulla
fontana davanti a lui
Misty ed Heuft caddero a terra, esausti e perfino il drow fu costretto ad
appoggiarsi al suo bastone, ma un ringhio di soddisfazione gli deformò il
volto stanco.
Nell'acqua della fontana apparve l'immagine delle due parti di medaglione
ancora mancanti, seguite da una costruzione in cima a una collina, protetta
da alte mura e uomini dagli abiti sgargianti e dagli occhi freddi come
giada.
La visione cambiò fino a penetrare quelle mura che sembravano imprendibili
ad una prima occhiata: un giardino, meraviglioso, fiorito con una statua al
suo centro. Era la statua di un drago dalle ali ripiegate, gli artigli
protesi che stringevano un disco argentato.
L'acqua si increspò e apparve un palazzo imponente, sfavillanti tetti dalla
strana foggia, guardie, una sala ed un trono su cui sedeva un uomo. La
porpora del comando sulle sue spalle e al suo collo pendeva un medaglione,
simbolo di potere.
Il Maestro chiuse di nuovo gli occhi, mentre le immagini sbiadivano fino a
diventare trasparenti nell'acqua della fontana.
"Questo..." - ansimò piano - "è tutto ciò che ci è stato concesso di
vedere." - mormorò esausto quanto gli altri.
"Quindi..." - Misty si rialzò in piedi tremando visibilmente - "Dobbiamo
trovare quella statua... e quell'uomo?"
Elth'ar si rese immediatamente conto che se quell'uomo era l'imperatore e
avrebbero dovuto farsi strada fra i cadaveri per raggiungere quel frammento.
Sospetto che venne confermato immediatamente dalle parole seguenti del
Maestro.
"La statua e l'imperatore sono ciò che abbiamo visto. Le due parti di
medaglione ancora mancanti vi sono correlate:" - spiegò, tornando
stancamente alla sua sedia nello studio - "Se ora volete scusarmi... temo di
essere un po' troppo vecchio per manifestazioni magiche di questo genere...
ho bisogno di riposare."
"Un'ultima cosa." - replicò il mago - "Dove posso trovare i maestri che
hanno aperto il portale per Siverhenehaim?"
"Li troverete nella stanza del consiglio, dove avete sostenuto la Prova." -
rispose il Maestro, finalmente dirigendosi verso l'uscita della Pagoda, più
curvo di quando vi era entrato.
***
"Accidenti... " - esclamò la ladra quando il Maestro fu uscito. La donna
sembrava aver ripreso un po' di colore, così come Heuft.
Elth'ar li guardò con aria stanca - "Adesso abbiamo una meta. E' stato
fruttuoso."
"Un monastero imprendibile e il palazzo imperiale... facile." - commentò la
mezzelfa.
Il drow si strinse nelle spalle. "Preferisco una battaglia impossibile a una
sola domanda senza risposta."
"Abbiamo una meta e molte domande... come sarà difeso?" - fece eco Heuft -
"...e poi vi è una cosa che non capisco... Non riesco a capirla e più ci
penso. Cosa starà facendo il mago nero? Non vorrei ci stesse usando tutti
per avere ciò che gli serve."
"Potrebbe essere probabile. non lo escludo." - disse il mago "Non credo. E
questo è strano. " - obiettò Misty - "Gorgos ha sempre manipolato gli altri
inducendoli a compiere il lavoro per lui, ma questa volta... è sceso nelle
catacombe di Erhenar in prima persona."
"Forse non può interagire con il potere dei draghi...O non con tutto quel
potere...." - ipotizzò lo studioso, ma la ladra lo interruppe.
"Gorgos è parte di esso quanto noi e forse anche di più perché lui lo
comprende."
Il drow guardò la donna inarcando un sopracciglio.
"Se vi erano vari draghi,forse esistono vari poteri..." - ponderò lo
studioso - "Il maestro ha parlato di sangue diversi..."
"Mi rifiuto di credere che ci sia un terzo drago di cui non sappiamo
niente...finora sono sempre stati Sechial e Shaal." - protestò allo la
mezzelfa, rifiutando quella possibilità con tutte le forze.
"Ne basterebbero due...appunto... i due hanno sangue diverso... e potere
differente suppongo. Il maestro ha detto che non vi è modo di stabilire
quale sangue sia in noi."
"Mhoren ce l'avrebbe detto se ce ne fossero stati altri" - borbottò poi fra
sè e sè la ladra - "E io vi dico che è la prima volta che vedo Gorgos
scendere in campo direttamente "
"E perché?" - chiese Heuft, incuriosito e per nulla spaventato da quella
storia.
"Non lo so, il dannato perché..."
"Sarebbe opportuno capirlo." - precisò Heuft, studiando la reazione della
mezzelfa.
"Posso solo presumere che stavolta abbia davvero paura che lo battiamo sul
tempo... paura di non poterci fermare."
"Sul tempo...ma perché non si prende lui quelle parti di medaglione? Ha il
potere per farlo e per portarcele via, Invece pare quasi volercele far
trovare."
"Forse non sa dove sono, ancora... ci sono voluti due di noi e il "Sapiente"
per riuscire a scoprirlo."
"Ma non ci sta ostacolando, e allora torniamo al mio dubbio, forse ci sta
osservando e attende che noi facciamo il lavoro per lui." - concluse lo
studioso, guardando Misty negli occhi scuri - "Non so come operi, ma sono
sicuro che ci abbia riunito apposta per questo motivo."
Elth'ar ascoltava la discussione mentre lentamente cercava di riottenere una
posizione eretta senza l'ausilio del bastone.
"No, su questo sono sicuro." - intervenne una volta riuscitovi - "Non è
stato lui a riunirci."
Thomas Heuft lo guardò - "E chi mi mandò quel diario? Non sarei qui ora...
Voi stesso diceste che ero stato attratto apposta... se non è stato lui
chi?"
Il drow si strinse nelle spalle. "Si, questo è certo." - sorrise - "E' da
quando è iniziata questa storia che sono sicuro della presenza di una terza
forza in gioco. Una forza che non conosciamo. E sicuramente lotta contro
Gorgos."
Misty annuì - "Sono d'accordo con Elth'ar... Gorgos non mi avrebbe MAI
lasciata andare, dopo avermi catturata e ciò che mi ha portata qui... no,
non aveva la sua impronta. Conosco quel sudicio tocco fin troppo bene"
"Esattamente..." - fece il drow - "...anche se quello che è successo dopo ci
ha messo un vincolo al tempo che abbiamo a disposizione."
"E voi pensate che quella forza ci protegga? O siamo semplicemente pedine in
una scacchiera fra due avversari troppo più forti di noi?
"Non lo so..." - ammise la mezzelfa - "Potrebbe avere i suoi scopi , ma noi
siamo qui e ci opponiamo a Gorgos... quindi per il momento siamo dalla
stessa parte."
"Non amo essere una pedina..." - protestò allora l'uomo e Misty gli sorrise
- "Come ti capisco..."
***
Elth'ar iniziò a intraprendere la strada verso l'esterno della pagoda.
Lentamente percorse i corridoi rivestiti di pietra liscia di colore chiaro e
ripercorrendo il percorso nella memoria cercò di raggiungere la sala dove i
maestri li avevano sottoposti a quella dura prova. Misty lo seguì,
desiderosa solo di un po' di riposo, mentre Thomas rimase qualche momento
ancora a riflettere sul significato di tutto quello che stava succedendo.
Elth'ar si girò di scatto quando sentì i passi della ladra, mettendo la mano
sinistra alla spada.
"Ehi calma... non vorrai mica infilzarmi..."
L'espressione del drow era di puro stupore. Non si era accorto della ladra
dietro di lui, troppo perso nei propri pensieri. - "Non vi avevo sentita." -
si scusò.
Misty gli sorrise per alleggerire la tensione - "Ho ancora il mio passo
felpato allora. Vado a cercare Kilian... sarà bene aggiornarlo prima che
decida di demolire qualche colonna del palazzo per la frustrazione."
"Uhm... Venite con me allora. Intendevo andare da solo... ma a questo punto
vale la pena portare con me l'oggetto della mia ricerca.
"oh, cosa state cercando?"
"Voi" - disse il drow prima di girarsi nuovamente e iniziare a camminare per
l'ultimo tratto di corridoio. Misty lo guardò stranita, tuttavia lo seguì.
La sala non fu difficile da ritrovare, perché quel portone intarsiato
d'argento era inconfondibile. Elth'ar bussò con un'estremità del bastone e
entrarono.
Il tavolo circolare era ancora come il mago lo ricordava e così i cinque
uomini e le due donne che vi erano seduti attorno. Il drow si diresse verso
i maestri.
"Sapiente?" - venne salutato - "Ci avevano detto che eravate tornati in
città."
"Salve a voi maestri. Si, siamo tornati per conoscere la nostra nuova meta.
Credo conosciate già Misty Moonshade" - disse il mago invitando la ladra a
compiere qualche passo in avanti fino a porla accanto a lui.
"Ricordiamo il suo burrascoso arrivo..." - annuirono i sette - "è un
piacere vedere che ora state meglio, mia Signora."
Elth'ar piegò il capo di lato, cercando di sondare l'espressione dei
maestri, quindi sospirò. "In ulh'r esistono diversi dove e diversi quando"
disse a un tratto.
I sette maestri avevano un'espressione e un tono neutri. Ricordavano Misty e
le condizioni in cui si trovava quando era arrivata, così come ricordavano
che molto probabilmente la morte della piccola Saeko era in qualche modo
legata a quei quattro forestieri che avevano d'un tratto sconvolto le loro
vite.
Erano cauti, ma non ostili.
"Il portale dietro di voi è una dimostrazione di diversi quando fusi in un
unico luogo. La sapienza di tutti i maestri fusa assieme. Non è vero? Non è
questa l'essenza di Siverhenehaim?" - chiese ad un certo punto il drow.
"Non ci è dato saperlo con esattezza, ma molti di noi lo hanno supposto,
Sapiente. Siverhenehaim è un luogo sacro e quasi inaccessibile... mantiene
bene i suoi segreti. Diteci come possiamo esservi utili."
"Bene. Dunque ora io vi chiedo. Discendenti di coloro che realizzarono quel
luogo, aiutatemi nel controllare Ulh'r. E le sue anomalie."
"Cosa intendete dire?" - domandò uno dei saggi.
"I quando si mescolano in questa donna. Io so come manipolare lo spazio, ma
non riesco a fare lo stesso con il tempo." - disse Elth'ar facendo una
smorfia - "Siverhenehaim è la dimostrazione di un controllo sul tempo. Un
controllo saldo che sfida i paradossi."
"Com'è possibile che il tempo sia sfasato in lei? Il risultato sarebbe la
morte!"
"Questo controllo manca per causa del nostro nemico in Misty. Ho bisogno di
voi per aiutarla. Della conoscenza dei vostri progenitori." - Elth'ar si
rese conto che stava mettendo Misty in una situazione poco piacevole, ma non
aveva altra scelta per aiutarla.
"Cosa diavolo vuoi farmi?" - domandò giustamente la ladra scoccando
un'occhiataccia al drow.
"Io sono in grado o potrei esserlo di controllare lo spazio in ulh'r. Ma non
posso fare lo stesso con il tempo, o con realtà che spaziano in esso."
"Smettila di parlare per enigmi." - tagliò corto la donna.
"Quello che voglio fare servirà per dare stabilità al tuo io e a ritardare
la tua distruzione."
"Dimmi le conseguenze. E il come."
"Non conosco la risposta a queste domande. Per questo siamo qui." - il drow
guardò i maestri, distogliendo lo sguardo dalla piccola mezzelfa, avida di
risposte che lui non poteva dare - "Allora?"
"Ciò che chiedete è molto difficile, Sapiente... la magia che ha creato
Siverhenehaim è antica e difficilmente controllabile. Possiamo fare un
tentativo, ma non so quale sarà il risultato e potremmo anche causare dei
danni."
"Devono esserci stralci di questa conoscenza. Aiutatemi a redarre
l'incantesimo e spetterà a Ilharess la decisione."
"Se davvero in voi coesistono più esistenze..." - iniziò il Maestro con
cautela - "allora il nostro incantesimo potrebbe avere effetti indesiderati:
potremmo accelerare il processo, o indurre una delle esistenze a prendere il
sopravvento sulle altre. Potrebbe non essere quella che vorreste. Pensateci
bene Sapiente... potreste ucciderla." - terminò con tono abbastanza grave da
far trasalire Misty.
Il mago sospirò - "Prepariamo l'incantesimo. la scelta di usarlo verrà in
seguito. O la necessità di usarlo...." aggiunse piano, ma Misty udì quelle
parole. Elth'ar si avvicinò ancora verso i maestri prima di girarsi verso la
ladra. - "Ilharess. Perdonate questo drow. Sto facendo quello che ritengo
giusto, ma la parola finale starà sempre a voi."
La risposta della ladra non tardò ad arrivare.
"Stai rischiando il collo, Elth'ar... Kilian ti ucciderà per questo." -
disse a voce bassa
"Non credo... E' al corrente del mio tentativo di aiutarvi, anche se non ne
conosce le conseguenze, dato che neanche io le conoscono."
"Aiutarmi? Questo sembra più un tentativo disperato: o mi aiuti o mi uccidi,
a giudicare da quanto ho sentito."
Il drow annuì. "Si, potrebbe anche esserlo. Se il peggio sarà prossimo."
"Non mi infilerò un cappio al collo, Elth'ar... non sulla base di una
supposizione e non se avrò qualche altra possibilità. Ciò che mi è stato
fatto, può essere disfatto. Io so che posso controllarle... sono forte
quanto loro. E per ora solo Amarien ha tentato di avere la meglio. Le altre
sanno che se la mia mente si spezzerà, il corpo seguirà a breve."
"Allora fatelo. Se sgozzare una donna a voi cara non è sufficiente potrebbe
esserlo perdere il controllo nel mezzo di una battaglia nella nostra
prossima meta." - Elth'ar parlava con cinismo e praticità, anche quando
parlava di Krystine.
"E' della mia vita che state parlando... ed è Gorgos ad avermela rovinata.
Non vi permetterò di aiutarlo, scavandomi la fossa."
Elth'ar sospirò. "Non preoccupatevi per ora. Sto solo preparando la
nostra... la vostra.. ultima spiaggia."
"Dobbiamo solo portare a termine il nostro compito, arrivare da Shaal e
tutto andrà a posto."
"Allora continueremo come abbiamo sempre fatto." - annuì il mago.
Misty girò le spalle e tornò verso la porta - "So che agite solo nel
migliore interesse di tutti, ma non mettetevi a mormorare incantesimi alla
mia schiena, quando pensate che non vi senta. Ve ne pentireste."
Il danno era fatto, anche perché le altre Misty avrebbero preso parte a
quella conoscenza, allo stesso modo della compagna. Elth'ar la guardò uscire
rammaricandosi della sua imprudenza.
Quando la ladra fu uscita, si rivolse ai Maestri, rimasti in silenzio.
"Bene, ascoltatemi adesso..." - esordì e iniziò ad elencare i progressi che
aveva compiuto nello studio di quella particolare arte arcana, elencando
anche gli insuccessi, sperando dunque che loro potessero aiutarlo.
Passarono diverse ore prima che il drow abbandonasse la stanza della Prova.
[Continua...]
[22:37] <Elth'ar> (manco morto tocco heuft, neh.) [22:37] <Elth'ar> (si, ma
stiamo facendo il circolo gay dell'amore... )
- "gli oggetti saranno protetti, ma se come penso, la protezione è stata
posta dai Draghi Guardiani, allora la presenza di tre dei loro discendenti
potrebbe fare la differenza."
Elth'ar non aggiunse altro alle proprie parole, sapeva che quello che
stavano per fare avrebbe potuto ottenere solo una manciata di sabbia e
avrebbe esposto i maestri della città alle ire dei loro avversari.
Ma quello, in fin dei conti, era un dettaglio di scarso interesse per lui.
"Cosa dovrei fare?" - chiese allora Heuft, abbastanza interdetto.
"Niente di pericoloso, in realtà. " - lo tranquillizò il Maestro, dopo aver
girato attorno alla scrivania.
"Un incantesimo di divinazione abbastanza semplice." - interloquì Elth'ar -
"Il difficile è la riuscita e allora sarà uno scontro fra il creatore
dell'incantesimo e noi."
"Potere contro ...potere...?" - fece Heuft, ancora poco convinto ed il mago
annuì distrattamente.
"Volete tentare ora?" - domandò allora il Maestro. Elth'ar si guardò
attorno. - "Non credo che Kilian sia favorevole a questa pagliacciata...
Possiamo anche provare."
"Non acconsentirebbe mai. Dovremo farlo senza di lui." - confermò allora
Misty e il drow si girò verso di lei - "Nulla in contrario, ilharess?"
La mezzelfa annuì "Proviamoci. Sarà sempre meglio che andare alla cieca."
Il Maestro fece loro cenno di seguirli a quel punto, incamminandosi
lentamente fuori dalla stanza. Si diressero verso una porta in fondo al
corridoio, che Heuft e Misty riconobbero immediatamente: si stavano
dirigendo verso la Pagoda dedicata agli dei.
Il drow fece una smorfia. Non gli piaceva aver a che fare con divinità o
loro servitori. L'interno era magnifico, riccamente decorato, le pareti
sfavillavano di affreschi e mosaici che sembravano essere stati completati
appena il giorno precedente. Rappresentavano immagini totalmente sconosciute
al gruppo: una donna dalle grandi ali bianche che combatteva contro un
essere dalle sembianze demoniache. In un altro mosaico si vedeva un essere
austero che indicava una bilancia alle sue spalle. Il più bello era quello
che rappresentava una giovane dal volto illuminato dalla luna intenta a
cullare un neonato. Misty rimase a guardarla e il cuore le si strinse in una
morsa leggera.
Elth'ar aveva messo mano al libro che conteneva la sapienza di Sechial e
lentamente sfogliava le pagine, guardando distratto il percorso davanti a
lui, tanto che neppure si rese conto della serie di archi che separava il
resto del tempio dal fondo e neanche notò la fontana di acqua pura e limpida
che veniva convogliata attraverso scanalature del terreno, dettagli che
Heuft colse con genuino interesse.
Il Maestro si fermò accanto alla fontana, voltandosi verso gli altri. La sua
voce si fece più bassa. Era divenuta quasi solenne, mentre impartiva loro
istruzioni, come se fossero stati suoi novizi.
Tutti voi... disponetevi ai lati della fontana e prendetevi per mano.
Dobbiamo formare un cerchio. "
Elth'ar inarcò un sopracciglio ed un sorriso sarcastico spuntava sul suo
volto d'ebano.
"Le nostre pratiche possono sembrarvi strane Sapiente... ma vi prego di
ottemperarle." - aggiunse l'anziano, interpretando appieno i pensieri del
mago che alzò le spalle.
"Così sia." - gli rispose.
"Ciò che intendo fare ha un significato preciso..." - spiegò l'anziano -
"Voi avete la conoscenza, sopita dentro il vostro animo. Il Custode e la
Speranza, hanno il potere. Io farò da tramite, convogliando tutto questo
nell'acqua della fontana, capace di purifcare, affinchè la nostra visione
sia il più chiara possibile."
Il drow continuava ad essere dubbioso, ma era comunque disposto a provare.
Così si presero per mano, più scettici che altro. Il Maestro abbassò lo
sguardo nel momento in cui la mano di Misty sfiorò la sua, quindi chiuse gli
occhi. Heuft strinse forte la mano della mezzelfa, chiudendo il cerchio.
Calò il silenzio per qualche istante poi l'anziano sollevò di nuovo lo
sguardo, fissando l'acqua della fontana. Egli mormorò alcune parole
sottovoce, intellegibili. I tre coinvolti nel rito cominciarono a provare
qualcosa. Inizialmente sembrava un fastidio, come un formicolio lungo le
dita, che si estese rapido alle braccia per arrivare fino al petto, come uno
stuolo di piccole formiche indaffarate decise a raggiungere tutto il resto
del corpo. Tutti si sforzarono di rimanere immobili.
Elth'ar guardò i compagni, uniti dalle mani e rimpianse di aver acconsentito
a quell'esperimento che aveva quasi dell'imbarazzante.
"Pensate al medaglione." - sussurrò il Maestro - "focalizzatelo nella vostra
mente. Trovatelo, sentitelo... "
Heuft provò a concentrarsi, ma non aveva idea della forma del medaglione.
Iniziò però a vedere qualcosa di strano: c'erano antiche torri che emanavano
magia e potere.
Al suo fianco, Elth'ar iniziò a fare l'unica cosa che reputava ragionevole e
iniziò a pronunciare un incantesimo di individuazione. Fu in quel momento
che incontrarono improvvisamente un ostacolo.
Un muro, alto e antico, sfavillante di purezza si erse davanti a tutti loro,
sbarrando silenziosamente il passo a chi cercava di penetrare il segreto del
medaglione.
Il volto di Elth'ar si trasformò in una smorfia di disapprovazione.
Immaginava di non avere possibilità, ma l'amarezza della sconfitta era
sempre fastidiosa. Si allontanò da quella visione e aprì gli occhi,
concentrandosi invece sul potere che il maestro stava incanalando.
"Elth'ar... fidati. Ti prego. Questa non è semplice magia... è molto di più.
Non devi affidarti a ciò che sai... ma a ciò che SEI." - gli disse la ladra
sottovoce. Heuft si sentiva strano: sentiva la via sbarrata, ma era come se
avesse già superato quella barriera altre volte e per questo non accettava
di non poter superare ancora quell'ostacolo così familiare.
Il mondo cominciò a girare intorno a loro, chiusi nel loro incanto, davanti
a quel muro che sbarrava loro la strada. Il biancore abbacinante stava ora
sfumando in una tonalità più perlata, via via più scura.
Elth'ar si accigliò - E cosa sarei? Smettiamola! Solo perché un drago mi
parla in testa non cambia il fatto di essere un mortale che conta solo sulle
proprie forze! - continuava a ripetersi nella mente. Con amarezza il drow
si rese conto che non stava aiutando quella causa e così isolò quel
pensiero, concentrandosi totalmente sul presente.
Heuft cominciò a sentirsi sempre più debole, mentre il mago, al contrario,
sentiva le proprie forze aumentare. Se era quel muro che doveva abbattere,
mattone dopo mattone, l'avrebbe fatto. Misty accanto a loro emise un
profondo respiro, impallidendo leggermente e così il drow sentì la sua forza
crescere ancora.
Tanto più i suoi compagni si indebolivano, così lui si ergeva davanti a
loro, in potenza e intelligenza.
Vi era in lui qualcosa che non riusciva a comprendere, come se l'anima dei
suoi compagni gli stesse donando qualcosa che lui non riusciva a capire, ma
che tuttavia rielaborava, per creare qualcosa di ancora più grande, più
immenso e potente.
Elth'ar sospirò, chiudendo nuovamente gli occhi e dando una forma a
quell'energia che possedeva. Cercava di plasmarla in qualcosa che la sua
mente fosse in grado di usare, anche materialmente per aprire o sfondare
quel muro, manifestazione tangibile del potere del medaglione.
Sul muro, che andava a scurirsi sempre di più tanto da assumere una tonalità
rosata, iniziò a formarsi un disegno che emergeva dalle pietre come in
rilievo. Il mago continuò a plasmare l'energia che sentiva dentro. Le diede
una forma nella sua mente e la pose davanti a quel muro rifulgente.
Elth'ar cominciava a sudare, mentre Misty ed Heuft erano quasi allo stremo
delle forze.
Il disegno sul muro assunse la sua forma definitiva: un artiglio di drago,
sfavillante sullo sfondo delle pietre ormai rosso sangue.
L'energia assunse la forma di una sfera, al centro di quel disegno runico
sulla parete. In un attimo essa si separò, esplodendo in numerosi fili che
aleggiarono nell'aria scomposti prima di unirsi al simbolo sul muro,
ricoprendolo totalmente e facendolo pulsare.
Ogni filo si incastonava all'interno della depressione a forma di artiglio
fino a ricoprirlo del tutto, cambiandogli colore. La sfera davanti a loro ad
un certo punto si esaurì e tutto il potere si riversò contro l'ostacolo.
L'artiglio pulsò ancora per qualche istante poi parve quasi staccarsi dal
muro, flettendosi davanti a loro, contraendosi su se stesso fino a
scomparire, insieme alla barriera che li aveva fermati inizialmente.
Di colpo Elth'ar sentì che le forze gli venivano risucchiate e venivano
convogliate con estrema potenza verso il Maestro, ancora concentrato sulla
fontana davanti a lui
Misty ed Heuft caddero a terra, esausti e perfino il drow fu costretto ad
appoggiarsi al suo bastone, ma un ringhio di soddisfazione gli deformò il
volto stanco.
Nell'acqua della fontana apparve l'immagine delle due parti di medaglione
ancora mancanti, seguite da una costruzione in cima a una collina, protetta
da alte mura e uomini dagli abiti sgargianti e dagli occhi freddi come
giada.
La visione cambiò fino a penetrare quelle mura che sembravano imprendibili
ad una prima occhiata: un giardino, meraviglioso, fiorito con una statua al
suo centro. Era la statua di un drago dalle ali ripiegate, gli artigli
protesi che stringevano un disco argentato.
L'acqua si increspò e apparve un palazzo imponente, sfavillanti tetti dalla
strana foggia, guardie, una sala ed un trono su cui sedeva un uomo. La
porpora del comando sulle sue spalle e al suo collo pendeva un medaglione,
simbolo di potere.
Il Maestro chiuse di nuovo gli occhi, mentre le immagini sbiadivano fino a
diventare trasparenti nell'acqua della fontana.
"Questo..." - ansimò piano - "è tutto ciò che ci è stato concesso di
vedere." - mormorò esausto quanto gli altri.
"Quindi..." - Misty si rialzò in piedi tremando visibilmente - "Dobbiamo
trovare quella statua... e quell'uomo?"
Elth'ar si rese immediatamente conto che se quell'uomo era l'imperatore e
avrebbero dovuto farsi strada fra i cadaveri per raggiungere quel frammento.
Sospetto che venne confermato immediatamente dalle parole seguenti del
Maestro.
"La statua e l'imperatore sono ciò che abbiamo visto. Le due parti di
medaglione ancora mancanti vi sono correlate:" - spiegò, tornando
stancamente alla sua sedia nello studio - "Se ora volete scusarmi... temo di
essere un po' troppo vecchio per manifestazioni magiche di questo genere...
ho bisogno di riposare."
"Un'ultima cosa." - replicò il mago - "Dove posso trovare i maestri che
hanno aperto il portale per Siverhenehaim?"
"Li troverete nella stanza del consiglio, dove avete sostenuto la Prova." -
rispose il Maestro, finalmente dirigendosi verso l'uscita della Pagoda, più
curvo di quando vi era entrato.
***
"Accidenti... " - esclamò la ladra quando il Maestro fu uscito. La donna
sembrava aver ripreso un po' di colore, così come Heuft.
Elth'ar li guardò con aria stanca - "Adesso abbiamo una meta. E' stato
fruttuoso."
"Un monastero imprendibile e il palazzo imperiale... facile." - commentò la
mezzelfa.
Il drow si strinse nelle spalle. "Preferisco una battaglia impossibile a una
sola domanda senza risposta."
"Abbiamo una meta e molte domande... come sarà difeso?" - fece eco Heuft -
"...e poi vi è una cosa che non capisco... Non riesco a capirla e più ci
penso. Cosa starà facendo il mago nero? Non vorrei ci stesse usando tutti
per avere ciò che gli serve."
"Potrebbe essere probabile. non lo escludo." - disse il mago "Non credo. E
questo è strano. " - obiettò Misty - "Gorgos ha sempre manipolato gli altri
inducendoli a compiere il lavoro per lui, ma questa volta... è sceso nelle
catacombe di Erhenar in prima persona."
"Forse non può interagire con il potere dei draghi...O non con tutto quel
potere...." - ipotizzò lo studioso, ma la ladra lo interruppe.
"Gorgos è parte di esso quanto noi e forse anche di più perché lui lo
comprende."
Il drow guardò la donna inarcando un sopracciglio.
"Se vi erano vari draghi,forse esistono vari poteri..." - ponderò lo
studioso - "Il maestro ha parlato di sangue diversi..."
"Mi rifiuto di credere che ci sia un terzo drago di cui non sappiamo
niente...finora sono sempre stati Sechial e Shaal." - protestò allo la
mezzelfa, rifiutando quella possibilità con tutte le forze.
"Ne basterebbero due...appunto... i due hanno sangue diverso... e potere
differente suppongo. Il maestro ha detto che non vi è modo di stabilire
quale sangue sia in noi."
"Mhoren ce l'avrebbe detto se ce ne fossero stati altri" - borbottò poi fra
sè e sè la ladra - "E io vi dico che è la prima volta che vedo Gorgos
scendere in campo direttamente "
"E perché?" - chiese Heuft, incuriosito e per nulla spaventato da quella
storia.
"Non lo so, il dannato perché..."
"Sarebbe opportuno capirlo." - precisò Heuft, studiando la reazione della
mezzelfa.
"Posso solo presumere che stavolta abbia davvero paura che lo battiamo sul
tempo... paura di non poterci fermare."
"Sul tempo...ma perché non si prende lui quelle parti di medaglione? Ha il
potere per farlo e per portarcele via, Invece pare quasi volercele far
trovare."
"Forse non sa dove sono, ancora... ci sono voluti due di noi e il "Sapiente"
per riuscire a scoprirlo."
"Ma non ci sta ostacolando, e allora torniamo al mio dubbio, forse ci sta
osservando e attende che noi facciamo il lavoro per lui." - concluse lo
studioso, guardando Misty negli occhi scuri - "Non so come operi, ma sono
sicuro che ci abbia riunito apposta per questo motivo."
Elth'ar ascoltava la discussione mentre lentamente cercava di riottenere una
posizione eretta senza l'ausilio del bastone.
"No, su questo sono sicuro." - intervenne una volta riuscitovi - "Non è
stato lui a riunirci."
Thomas Heuft lo guardò - "E chi mi mandò quel diario? Non sarei qui ora...
Voi stesso diceste che ero stato attratto apposta... se non è stato lui
chi?"
Il drow si strinse nelle spalle. "Si, questo è certo." - sorrise - "E' da
quando è iniziata questa storia che sono sicuro della presenza di una terza
forza in gioco. Una forza che non conosciamo. E sicuramente lotta contro
Gorgos."
Misty annuì - "Sono d'accordo con Elth'ar... Gorgos non mi avrebbe MAI
lasciata andare, dopo avermi catturata e ciò che mi ha portata qui... no,
non aveva la sua impronta. Conosco quel sudicio tocco fin troppo bene"
"Esattamente..." - fece il drow - "...anche se quello che è successo dopo ci
ha messo un vincolo al tempo che abbiamo a disposizione."
"E voi pensate che quella forza ci protegga? O siamo semplicemente pedine in
una scacchiera fra due avversari troppo più forti di noi?
"Non lo so..." - ammise la mezzelfa - "Potrebbe avere i suoi scopi , ma noi
siamo qui e ci opponiamo a Gorgos... quindi per il momento siamo dalla
stessa parte."
"Non amo essere una pedina..." - protestò allora l'uomo e Misty gli sorrise
- "Come ti capisco..."
***
Elth'ar iniziò a intraprendere la strada verso l'esterno della pagoda.
Lentamente percorse i corridoi rivestiti di pietra liscia di colore chiaro e
ripercorrendo il percorso nella memoria cercò di raggiungere la sala dove i
maestri li avevano sottoposti a quella dura prova. Misty lo seguì,
desiderosa solo di un po' di riposo, mentre Thomas rimase qualche momento
ancora a riflettere sul significato di tutto quello che stava succedendo.
Elth'ar si girò di scatto quando sentì i passi della ladra, mettendo la mano
sinistra alla spada.
"Ehi calma... non vorrai mica infilzarmi..."
L'espressione del drow era di puro stupore. Non si era accorto della ladra
dietro di lui, troppo perso nei propri pensieri. - "Non vi avevo sentita." -
si scusò.
Misty gli sorrise per alleggerire la tensione - "Ho ancora il mio passo
felpato allora. Vado a cercare Kilian... sarà bene aggiornarlo prima che
decida di demolire qualche colonna del palazzo per la frustrazione."
"Uhm... Venite con me allora. Intendevo andare da solo... ma a questo punto
vale la pena portare con me l'oggetto della mia ricerca.
"oh, cosa state cercando?"
"Voi" - disse il drow prima di girarsi nuovamente e iniziare a camminare per
l'ultimo tratto di corridoio. Misty lo guardò stranita, tuttavia lo seguì.
La sala non fu difficile da ritrovare, perché quel portone intarsiato
d'argento era inconfondibile. Elth'ar bussò con un'estremità del bastone e
entrarono.
Il tavolo circolare era ancora come il mago lo ricordava e così i cinque
uomini e le due donne che vi erano seduti attorno. Il drow si diresse verso
i maestri.
"Sapiente?" - venne salutato - "Ci avevano detto che eravate tornati in
città."
"Salve a voi maestri. Si, siamo tornati per conoscere la nostra nuova meta.
Credo conosciate già Misty Moonshade" - disse il mago invitando la ladra a
compiere qualche passo in avanti fino a porla accanto a lui.
"Ricordiamo il suo burrascoso arrivo..." - annuirono i sette - "è un
piacere vedere che ora state meglio, mia Signora."
Elth'ar piegò il capo di lato, cercando di sondare l'espressione dei
maestri, quindi sospirò. "In ulh'r esistono diversi dove e diversi quando"
disse a un tratto.
I sette maestri avevano un'espressione e un tono neutri. Ricordavano Misty e
le condizioni in cui si trovava quando era arrivata, così come ricordavano
che molto probabilmente la morte della piccola Saeko era in qualche modo
legata a quei quattro forestieri che avevano d'un tratto sconvolto le loro
vite.
Erano cauti, ma non ostili.
"Il portale dietro di voi è una dimostrazione di diversi quando fusi in un
unico luogo. La sapienza di tutti i maestri fusa assieme. Non è vero? Non è
questa l'essenza di Siverhenehaim?" - chiese ad un certo punto il drow.
"Non ci è dato saperlo con esattezza, ma molti di noi lo hanno supposto,
Sapiente. Siverhenehaim è un luogo sacro e quasi inaccessibile... mantiene
bene i suoi segreti. Diteci come possiamo esservi utili."
"Bene. Dunque ora io vi chiedo. Discendenti di coloro che realizzarono quel
luogo, aiutatemi nel controllare Ulh'r. E le sue anomalie."
"Cosa intendete dire?" - domandò uno dei saggi.
"I quando si mescolano in questa donna. Io so come manipolare lo spazio, ma
non riesco a fare lo stesso con il tempo." - disse Elth'ar facendo una
smorfia - "Siverhenehaim è la dimostrazione di un controllo sul tempo. Un
controllo saldo che sfida i paradossi."
"Com'è possibile che il tempo sia sfasato in lei? Il risultato sarebbe la
morte!"
"Questo controllo manca per causa del nostro nemico in Misty. Ho bisogno di
voi per aiutarla. Della conoscenza dei vostri progenitori." - Elth'ar si
rese conto che stava mettendo Misty in una situazione poco piacevole, ma non
aveva altra scelta per aiutarla.
"Cosa diavolo vuoi farmi?" - domandò giustamente la ladra scoccando
un'occhiataccia al drow.
"Io sono in grado o potrei esserlo di controllare lo spazio in ulh'r. Ma non
posso fare lo stesso con il tempo, o con realtà che spaziano in esso."
"Smettila di parlare per enigmi." - tagliò corto la donna.
"Quello che voglio fare servirà per dare stabilità al tuo io e a ritardare
la tua distruzione."
"Dimmi le conseguenze. E il come."
"Non conosco la risposta a queste domande. Per questo siamo qui." - il drow
guardò i maestri, distogliendo lo sguardo dalla piccola mezzelfa, avida di
risposte che lui non poteva dare - "Allora?"
"Ciò che chiedete è molto difficile, Sapiente... la magia che ha creato
Siverhenehaim è antica e difficilmente controllabile. Possiamo fare un
tentativo, ma non so quale sarà il risultato e potremmo anche causare dei
danni."
"Devono esserci stralci di questa conoscenza. Aiutatemi a redarre
l'incantesimo e spetterà a Ilharess la decisione."
"Se davvero in voi coesistono più esistenze..." - iniziò il Maestro con
cautela - "allora il nostro incantesimo potrebbe avere effetti indesiderati:
potremmo accelerare il processo, o indurre una delle esistenze a prendere il
sopravvento sulle altre. Potrebbe non essere quella che vorreste. Pensateci
bene Sapiente... potreste ucciderla." - terminò con tono abbastanza grave da
far trasalire Misty.
Il mago sospirò - "Prepariamo l'incantesimo. la scelta di usarlo verrà in
seguito. O la necessità di usarlo...." aggiunse piano, ma Misty udì quelle
parole. Elth'ar si avvicinò ancora verso i maestri prima di girarsi verso la
ladra. - "Ilharess. Perdonate questo drow. Sto facendo quello che ritengo
giusto, ma la parola finale starà sempre a voi."
La risposta della ladra non tardò ad arrivare.
"Stai rischiando il collo, Elth'ar... Kilian ti ucciderà per questo." -
disse a voce bassa
"Non credo... E' al corrente del mio tentativo di aiutarvi, anche se non ne
conosce le conseguenze, dato che neanche io le conoscono."
"Aiutarmi? Questo sembra più un tentativo disperato: o mi aiuti o mi uccidi,
a giudicare da quanto ho sentito."
Il drow annuì. "Si, potrebbe anche esserlo. Se il peggio sarà prossimo."
"Non mi infilerò un cappio al collo, Elth'ar... non sulla base di una
supposizione e non se avrò qualche altra possibilità. Ciò che mi è stato
fatto, può essere disfatto. Io so che posso controllarle... sono forte
quanto loro. E per ora solo Amarien ha tentato di avere la meglio. Le altre
sanno che se la mia mente si spezzerà, il corpo seguirà a breve."
"Allora fatelo. Se sgozzare una donna a voi cara non è sufficiente potrebbe
esserlo perdere il controllo nel mezzo di una battaglia nella nostra
prossima meta." - Elth'ar parlava con cinismo e praticità, anche quando
parlava di Krystine.
"E' della mia vita che state parlando... ed è Gorgos ad avermela rovinata.
Non vi permetterò di aiutarlo, scavandomi la fossa."
Elth'ar sospirò. "Non preoccupatevi per ora. Sto solo preparando la
nostra... la vostra.. ultima spiaggia."
"Dobbiamo solo portare a termine il nostro compito, arrivare da Shaal e
tutto andrà a posto."
"Allora continueremo come abbiamo sempre fatto." - annuì il mago.
Misty girò le spalle e tornò verso la porta - "So che agite solo nel
migliore interesse di tutti, ma non mettetevi a mormorare incantesimi alla
mia schiena, quando pensate che non vi senta. Ve ne pentireste."
Il danno era fatto, anche perché le altre Misty avrebbero preso parte a
quella conoscenza, allo stesso modo della compagna. Elth'ar la guardò uscire
rammaricandosi della sua imprudenza.
Quando la ladra fu uscita, si rivolse ai Maestri, rimasti in silenzio.
"Bene, ascoltatemi adesso..." - esordì e iniziò ad elencare i progressi che
aveva compiuto nello studio di quella particolare arte arcana, elencando
anche gli insuccessi, sperando dunque che loro potessero aiutarlo.
Passarono diverse ore prima che il drow abbandonasse la stanza della Prova.
[Continua...]
[22:37] <Elth'ar> (manco morto tocco heuft, neh.) [22:37] <Elth'ar> (si, ma
stiamo facendo il circolo gay dell'amore... )