Kilian
2010-11-15 22:38:16 UTC
Era ormai l'imbrunire quando il gruppo entrò a Wo-Ko-Day, rallentando il
passo dei cavalli solo di quel tanto che bastava per non far sembrare il
loro ingresso una carica in piena regola. Le guardie li guardarono
velocemente senza nemmeno fermarli, riconoscendo i loro volti.
Elth'ar si guardò attorno rapidamente, mentre il rumore della città veniva
coperto dallo scalpitare degli zoccoli sul lastricato.
Ancora una volta lo splendore della città li abbagliò, inducendoli a
rivolgere qualche sguardo curioso in giro, per notare i marmi, i fregi, gli
intarsi. Heuft ebbe di nuovo modo di apprezzare la bellezza delle vie che
stavano attraversando e dovette di nuovo reprimere il desiderio di fermarsi
a guardare più attentamente.
La piazza principale era come la ricordavano e la cupola della pagoda
centrale, che si alzava nel cielo sfidando qualunque legge architettonica,
osservava il ritorno dei Prescelti nel luogo dove avevano affrontato la loro
Prova, dove la piccola Saeko aveva trovato un'ingiusta morte e dove Misty
aveva fatto miracolosamente ritorno.
Si presentarono nuovamente e di nuovo percorsero gli stessi corridoi,
attendendo davanti alla porta del Maestro di cui avevano chiesto. Il resto
del gruppo era quasi incredulo che venisse subito concessa loro udienza, ma
a Kilian la cosa sembrava più che normale e si mostrò parecchio impaziente.
Il drow era dannatamente insicuro sui successivi passi da compiere. Il tutto
sarebbe stato più evidente senza l'incognita della stabilità di Misty; senza
aggiungere quella degli altri compagni di viaggio. Dovevano scegliere con
cautela senza lasciarsi trascinare dall'arroganza che, riconosceva
anch'egli, li contraddistingueva. Elth'ar sembrava perso nei propri pensieri
e una delle mani era intenta a giocare nervosamente con un nodo del bastone.
Poco distante da lui, un Portatore con il volto indurito da cupi pensieri si
guardava attorno, indifferente a tutto fuorchè a ciò che poteva costituire
una minaccia. Di tanto in tanto, si rivolgeva a guardare Misty, come a
controllarne la posizione.
Il resto del mondo sembrava invece non avere alcuno scopo se non intralciare
il suo cammino.
Dopo un'attesa più snervante che lunga, finalmente la porta si aprì e fu
loro concesso di entrare al cospetto del Maestro. Il gruppo sospirò di
sollievo, felice che per una volta non vi fossero stati ostacoli a quanto
volevano compiere. La stanza era come la ricordavano: scaffali su scaffali
di libri, un arredamento semplice ed il Maestro chino sulla scrivania,
intento a leggere alcune carte davanti a lui.
"Salve nuovamente, Maestro." - esordì il drow, facendo un cenno di saluto,
imitato dai compagni. Il Portatore incrociò invece le braccia sul petto,
esibendo la sua cera peggiore. Voleva fare più passi verso la soluzione del
problema, invece di andare a zonzo verso luoghi già conosciuti e mai troppo
graditi.
"Bentornati a voi, Prescelti." - l'uomo si alzò dal tavolo, facendo loro
cenno di entrare - "Mi auguro che la vostra missione ad Erhenar abbia avuto
successo."
Elth'ar fece qualche passo verso il maestro. "In un certo senso, così è
stato. Ma adesso il tempo è ciò che scarseggia."
Entrarono due novizi, portando sedie a sufficienza per tutti, affinché
potessero accomodarsi. Kilian rimase in piedi, indeciso se rovesciare un po'
di fiele e chiudere la questione oppure attendere la famosa goccia per
farlo.
Il mago si sedette, appoggiandosi al bastone puntellato davanti a se, fra le
gambe e valutando la reazione del Maestro di fronte alla presenza di Misty.
La ladra era entrata silenziosamente, tenendo lo sguardo basso e si era poi
seduta senza dire nulla.
"Quello che cerchiamo ora è conoscere l'ubicazione e se possibile 'vedere'
le nostre nuove mete: Il monastero dei monaci e il palazzo imperiale a
Suriam." - spiegò il drow.
"Dunque è lì che sono custoditi gli altri due pezzi del medaglione...
Capisco." - Il Maestro si sedette nuovamente, congiungendo le mani sul
tavolo - "Non vi aspetta un viaggio facile - "sono i due luoghi meglio
custoditi dell'intero Impero."
Riflettè un poco, quindi si alzò ed indicò loro la parete non coperta dai
libri su cui campeggiava una grande mappa delle Tre Isole.
"Dovrete recarvi nell'isola di Kami-Suriam" - disse indicandone la posizione
sulla mappa.
Elth'ar si accigliò. "Sono rimasto sorpreso dalla vostra protezione contro
gli incantesimi di traslocazione... Non immaginavo che i maestri arrivassero
a queste capacità. Ritengo sia lecito credere che anche questi due luoghi
siano protetti allo stesso modo."
Il Maestro annuì - "La vostra intuizione è sicuramente corretta, Sapiente.
Così come noi ci proteggiamo dalle intrusioni, altrettanto fanno loro."
"Dunque qual'è il posto più vicino entro al quale ci possiamo spostare in
sicurezza? Credo sia più sicuro iniziare dal monastero che assaltare un
palazzo. Parlatemi di questo luogo."
Nessuno obiettò, così l'anziano iniziò a spiegare, accarezzandosi la corta
barba grigia. "Abbiamo fatto dei tentativi in tutti questi anni ed abbiamo
individuato un luogo, nel folto del bosco vicino al monastero dei monaci
Ha-Ko-Dai, in cui è possibile apparire. E' tutt'altro che facile tuttavia,
penetrare nel monastero. Una volta era un luogo di pace, quanto il nostro
qui in città, ma con l'andare degli anni è stato corrotto. L'ordine dei
monaci è stato sviato ed il loro monastero ne ha risentito. Ora alte mura
circondano Hank-Ha-Ko-Dai..." - commentò segnando un altro punto sulla
cartina (
<BLOCKED::Loading Image...>
http://img166.imageshack.us/img166/3774/treisolehk4.jpg ) - "Ed i monaci
hanno acuito il loro addestramento fisico rendendosi opponenti formidabili,
temuti da tutto l'impero e degni di essere il braccio destro dei Maestri di
Erhenar e di Alto Scoglio."
"Chi comanda lì...Se si può chiedere?" - intervenne Heuft
"La carica con cui viene chiamato è Abate, ironicamente, come se fosse
ancora un uomo di fede e non un depravato, come tutti i suoi confratelli. E'
in carica da diversi anni ormai e collabora strettamente con il Gran Maestro
di Erhenar e l'Imperatore."
"Capisco... Il suo nome?
"Il suo nome è Kazuo Matsumoto e non so dove possa tenere il medaglione che
vi serve. A dire la verità non so nemmeno se lo abbia davvero."
Elth'ar sospirò - "In effetti se è un alleato del gran maestro è probabile
che lo abbia consegnato a lui di già..."
"Dovete capire che nulla di tutto questo è mai stato di dominio pubblico.
Non so dirvi se l'Abate fosse a conoscenza di cosa custodiva."
"Sicuramente lo sapeva il gran maestro." - azzardò il drow e l'anziano
annuì.
"Probabile. In ogni caso, non saprei indicarvi dove possa essere custodito
l'oggetto, se ancora è in suo possesso."
Fu in quel momento che il Portatore prese la parola, dimostrando la totale
assenza di diplomazia.
"Quindi ci spedite in un'altra trappola?" - domandò Kilian, fissando il
Maestro senza la minima traccia di rispetto.
"Posso tentare una divinazione... " - rispose l'uomo dopo qualche minuto di
silenzio - "Ma sono certo che il monastero sarà schermato."
"Vi potrei aiutare in questo, ma non so quanto potrei essere efficace." -
ribattè il mago. Il Maestro sembrò riflettere per qualche istante, quindi la
sua espressione si rilassò. "Potrebbe funzionare... se congiungiamo i poteri
di tutti. Vedete... quel medaglione è connesso a ciascuno di voi e..." - si
interruppe di nuovo, notando l'aperta ostilità del Portatore.
"Volete dirmi che voi non avete la minima idea di cosa ci sia capitato?" -
chiese Kilian, vedendo il Maestro fissarlo - "Non c'era niente ad attenderci
ad Erhenar. Nulla che valesse il rischio. Solamente una trappola. Cosa ci
attende negli altri due posti dove intendete spedirci?"
"Cosa intendete dire? Non avete trovato il frammento, dunque?"
"Abbiamo trovato una trappola del Gran Maestro. Un spiacevole trappola." -
precisò - "Quindi se sapete qualcosa di più oltre a queste 'vaghe'
informazioni, sarebbero ben accette. Non ho la minima intenzione di
ritornare fin qui solo per esporre le mie lamentele una volta finito il
tutto."
"Sono addolorato per quanto può esservi accaduto ad Erhenar, ma..." -
accennò l'anziano ma si interruppe quando Heuft alzò la mano per mostrare la
cicatrice.
"Vi dice nulla? Vi era qualcuno che sembrava molto interessato in quella
città a questo segno...Al punto da volermi cortesemente uccidere..."
Il Maestro gli prese la mano con delicatezza, sfiorando la cicatrice con le
dita e poi la lasciò andare, tornando a sedersi alla sua scrivania.
"E' apparsa dopo un sacrificio di sangue, vero?" - chiese con tono
riflessivo e Heuft annuì un po' sorpreso.
"Questo è inaspettato... credevamo di aver individuato tutti i
discendenti... " - commentò confuso e Kilian lo interruppe di nuovo.
"I discententi di cosa?"
"I discendenti dei Padri. I Draghi."
Kilian guardò Heuft e la sua mano. Negli occhi verdi del Portatore vi era
puro sgomento - "Quale."
"Non mi è dato saperlo... ma il segno sulla mano del Custode, indica
chiaramente la sua discendenza. Il sangue lo ha chiamato, lo ha segnato."
"Io...Se può aiutare sono stato chiamato...Principe... Da quel mago
oscuro..." - confessò sorpreso Heuft. Quando le mani di Kilian lo
sollevarono da terra, scuotendolo come fosse stato un fuscello, la sorpresa
gli rimase bloccata in gola.
"Gorgos ti ha chiamato PRINCIPE?!?"
"Sì... e sembrava molto contrariato..." - rispose lo studioso, cercando di
rimanere tranquillo. Elth'ar non si mosse continuando a fissare i presenti,
incurante delle loro azioni.
"Rispondimi... il nome Demon deLeon ti dice nulla? O il nome Ahzrarn Vom
Vazdru?"
"No. Assolutamente..." - fece Heuft
"Spero che sia così davvero." - intervenne allora Misty, parlando per la
prima volta - "altrimenti giuro che ti ammazzo." - aggiunse sfiorandosi la
mano con l'altra. Thomas Heuft la guardò incredulo, quando Kilian,
altrettanto sorpreso di trovarsi di nuovo in faccende che trascendevano il
tempo, decise di rimetterlo a terra.
"State impazzendo per caso? Intendo tutti... Voi sapete molto...Io nulla..
Chi sono questi nomi? Maestro voi dite che sangue draconico scorre in me...
Ma io non ho magia...Non ne ho mai avvertita... Credevo che il sangue
draconico portasse potere magico..."
"Non è necessario." - gli rispose Misty, con tono metallico - "Io ho sangue
di drago in me, eppure non ho mai avuto il minimo potere magico."
"Dunque ora so perchè sono qui o almeno il motivo...In qualche modo questo
mi lega a voi... E a quello che vuole il vostro nemico. Non è molto ma
almeno so qualcosa. Potete dirmi di più maestro?"
"Gli Eletti di Sechial hanno sempre avuto la massima cura nel corso dei
millenni, nel tracciare la discendenza di Sechial e Shaal. Sono stati tenuti
alberi genealogici, nomi, date."
"DOVE."
Gli interventi di Kilian avevano lo stesso suono dello schiocco di una
frusta.
"A Siverhenehaim, Portatore."
"Quanti draghi esistevano? Voglio dire si può sapre chi era il mio antico
progenitore?" - chiese Heuft, molto perplesso ma non per questo meno
curioso.
Elth'ar fece una smorfia sarcastica. °°°Stranemente tranquillo per aver
scoperto di essere dannato, sotto un certo punto di vista.°°°
"I Padri erano undici, e per quanto ne sappiamo gli unici che abbiano mai
infranto il divieto sono stati Sechial e Shaal, il Padre di tutti i draghi.
Che voi abbiate il sangue di uno dei draghi guardiani nelle vene è
quantomeno inaspettato."
"Non sapete quanto lo sia per me... Anche se da un alto almeno un poco le
cose si chiariscono. Vi è modo di sapere se noi abbiamo lo stesso sangue,
maestro?Voglio dire anche loro hanno sangue di drago... E' lo stesso? Questo
credo sarebbe importante..."
"Io non ho sangue di drago..." -sibilò Kilian- "e taglierò la lingua a
chiunque sosterrà il contrario."
"Beh così avevo capito..." - si scusò Heuft, non meno entusiasta - "Ma Misty
sì non è vero?"
Elth'ar poggiò il bastone sulle gambe e si abbandonò contro lo schienale
sorridendo vagamente all'affermazione menzognera del ladro.
"Io sono la discendente di Shaal... colui che procreò per fermare la follia
provocata da suo figlio." - rispose Misty - "Quindi si, ho il sangue di un
drago nelle mie vene. Una maledizione più che altro."
"Ma mai quanto quella perpetrata da Sechial!" - intervenne il Maestro -
"Vedete, quando Sechial procreò, lo fece perchè ingannato. Sperò così di
poter eludere la morte che aveva visto nel suo futuro, ma così facendo
permise al male di entrare nel mondo, quello stesso male che i Draghi
Guardiani tentavano disperatamente di tenere a bada, con le loro stesse
esistenze. Sechial ebbe due gemelli, che ereditarono il suo sangue e la
maledizione degli Antichi, degli Esterni. Shaal, non ebbe altra scelta se
non di seguirlo ed ebbe una figlia, che sarebbe divenuta la Speranza del
mondo."
Kilian aveva già sentito quella storia troppe volte per poterla tollerare
ancora. Girò i tacchi e si diresse verso la porta, la spalancò - "Quando
avete finito con le favolette, chiamatemi." - se ne uscì senza voltarsi.
Il Maestro sospirò - "Il Portatore ha un pesante fardello sulle spalle e
immagino che l'eredità del suo sangue lo spaventi più di quanto dia a
vedere."
"Avete parlato di due draghi...torno a chiedere è possibile evdere se si
tratti dello stesso sangue? O per assurdo di un altro ancora..." - fece
ancora Heuft, sollevato dal fatto che Kilian non avrebbe più interrotto il
Maestro.
"Vedete, è intrinseco nel Sangue di Sechial portare la maledizione della
Fiamma Nera, ma essa non sempre si manifesta ed è l'unico modo per capire il
ramo di discendenza."
"Capisco... Tutto quello che posso ancora dire è che il mio sangue aprì la
porta di Erhenhar... può servire?"
"Ciò non mi stupisce..." - sorrise l'anziano - "Erhenar fu fondata dagli
undici draghi, tutti insieme."
"Ah... Dunque è logico... Ma perchè solo io di noi ebbi l'impulso a farlo?
E' strano. Fu un'intuizione inspiegabile che mi spinse a farlo... Anche se
ora capisco molto di più... Eppure solo davanti alla porta sentii
qualcosa... In città nulla..."
"Probabilmente perchè Kilian rifiuta il suo retaggio..." - spiegò Misty
sottovoce - "e perchè io in quel momento non ricordavo nulla... ma se Gorgos
ti ha chiamato Principe... questo non lascia ben sperare."
"Sì, disse così. Ed ebbe cura di aggiungere: 'ma questa volta non rovinerai
tutto...'. Capii che voleva uccidermi, ma anche che aveva paura...Ma non so
di cosa."
"Voi siete il Custode della Speranza, questo è il nome datovi dalle stelle."
- fece il Maestro - "Il Maledetto vi teme e ora ancor di più, dopo aver
scoperto il vostro retaggio, così come teme il Portatore, o la Speranza, o
perfino il Sapiente. Essi lo perseguitano, opponendosi al suo volere, unici
a possedere il potere per fermarlo."
"Teme me..." - ripetè incredulo lo studioso, poi indicò Misty - "Scusate ma
se Lei è la speranza... Volete farmi capire che io ne sono il custode?"
"E' così. Non so dirvi in che modo, ma questo è il compito affidatovi.
Proteggerla."
"Capisco...Ed io non so neppure come iniziarlo... Non ho potere, ma lo farò"
- disse deciso, quasi non fosse lui a parlare. Qualcosa semrbava essersi
svegliato in lui di colpo. Qualcosa che riusciva a farlo sperare.
"Per quanto riguarda il medaglione, posso tentare una divinazione, come vi
dicevo..." - proseguì il Maestro - "Se uniamo il potere di tutti, forse
riusciremo a richiamarne l'immagine."
"Credo che sia opportuno e sono pronto ad aiutarvi." - replicò il mago,
facendosi avanti.
***
Kilian era uscito dalla stanza del Maestro mentre lui raccontava per
l'ennesima volta la storia di Sechial ad Heuft. La considerava un'inutile
perdita di tempo che non potevano permettersi. Mentre camminava,
allontanandosi dalla stanza, i pensieri affolarono la sua mente. Un botta e
risposta che sembrava rincorrersi in una spirale infinita, mentre la sua
mente si contorceva in preda alla rabbia e alla frustrazione. Gli sovvennero
pensieri e immagini che non riusciva a riconoscere, nonostante la loro
terribile verosimiglianza..
Parole, milioni di parole, sempre e solo parole.
Quante ne dovrai ascoltare ancora, Kilian? Quando è che tutti quanti
capiranno che è ora di agire, invece di continuare a raccontare storielle
della buonanotte?
D'accordo, si, abbiamo capito, il sangue di drago, la magia e tutte quelle
cose lì. A che scopo parlarne ancora? Cambia la sostanza dei fatti? Ma
neanche un po'!
E intanto che loro parlano e parlano, Misty sta morendo e impazzisce davanti
ai tuoi occhi ogni giorno. E di botto si viene a sapere che anche Heuft ha
sangue di drago nelle vene... come Demon. Principe lo ha chiamato Gorgos...
proprio come l'altro Principe, quello a cui hai tagliato la coda. E come
Demon, anche Heuft non vede l'ora di infilarsi nel letto di Misty,
approfittando della sua confusione. Tsk, se potessi ucciderlo, sarebbe già
tre metri sottoterra, praticamente dal primo momento in cui ci hai avuto a
che fare... ma pare che abbia qualcosa a che fare con Misty... il suo
Custode lo chiamano. E come fai ad ucciderlo adesso? Non ha nemmeno una coda
da tagliargli per sfogarti un po'...
Cammini, cammini, senza nemmeno sapere dove stai andando. Corridoi, stanze,
vedi persone che ti guardano con la coda dell'occhio mentre incedi con il
tuo passo veloce e ti chiedi se non ti rivolgano la parola perchè incuti
timore; a dire la verità lo speri. Tu vuoi fare paura. Vuoi che la gente
abbia talmente paura di te da non pensare nemmeno di intralciarti o
rallentarti. Vuoi che temano la tua voce, il tuo essere, le tue abilità.
Vuoi rispetto. Tutto questo gran parlare del Portatore e della sua missione
alla fine è un modo evoluto di dire "voglio che tu faccia questa cosa, e tu
la farai perchè sei un eroe senza macchia e senza paura e quindi posso
affidarti i compiti più impossibili e tu li porterai a termine. E siccome
sei un eroe, posso anche darti informazioni minime sul compito che devi
svolgere. E tu lo farai lo stesso, spaccandoti la schiena per due volte."
Esci nella piazza dove si è svolto il funerale della piccola Saeko, un'altra
vittima sacrificata sull'altare di Gorgos. I ricordi di quella sera ti
riempiono la mente, mentre richiami alla memoria il dolore, lo scempio a cui
hai assistito. No, non ti aiuta, non devi lasciare che emozioni del genere
ti offuschino la mente. Devi essere freddo come un diamante e altrettanto
duro. E' questo di cui hai bisogno ora, essere distaccato, lucido e
concentrato. Niente moine, niente debolezze. Che pensino pure che sei
spietato o addirittura malvagio, sono fatti loro. Tu fai quello che è
necessario per rimettere a posto le cose che tuo "padre" sta distruggendo.
Risolverai questa situazione e riavrai indietro la tua vita e tua moglie e
se quel porco di Heuft si azzarderà a metterle una mano addosso, gliela
taglierai con tutto il braccio. Dopotutto forse il Custode serve solo vivo,
non è necessario che sia anche integro.
Sempre se è quello che vuoi... sempre se non stai ricominciando a pensare
che forse la tua vita deve essere dedicata all'avventura... perchè porti un
marchio in te che a quanto pare non svanirà mai... e chi ne pagherà le
conseguenze? Tua moglie? I tuoi figli? Li hai a malapena guardati quando
eravate nella Torre di Elth'ar... come se fossero un peso, inutili.
Forse lo sono? Sono una catena? Qualcosa che ti blocca in una vita che forse
non desideri più? Oh si, hai tanto desiderato una famiglia, qualcosa che ti
appartenesse, un po' di pace... eppure quando Misty ha riacquistato i suoi
ricordi non l'hai nemmeno abbracciata. Sei rimasto distante, diffidente.
Forse eri addirittura disinteressato? No, che pensiero orribile!
Le uniche volte in cui hai permesso a te stesso di stringerla, sono state
quando ha rischiato di morire. Allora l'hai abbracciata, hai gridato il suo
nome, ti sei disperato. Ma perchè? Perchè ne sei innamorato o perchè ne
senti la responsabilità? O perchè sei ferito? Nemmeno lei sembra avvicinarsi
a te... anzi pare quasi che ti tenga alla larga, il più possibile. Non un
gesto, un sorriso... come se non aveste nessun tipo di legame. Forse anche
lei comincia a pensare di non poter avere mai pace?
Improvvisamente senti forte il desiderio di sguainare la spada e fare a
pezzi qualcosa. Qualunque cosa. Qualcosa di tangibile su cui il tuo potere
sia evidente. Non effimere parole o stupide profezie o confusione,
sentimenti, o scempiaggini del genere. Datemi un drago e lo abbatterò con la
sola forza delle mani, pensi.
Ma non c'è nessun drago da uccidere per Kilian. Solo dubbi, frustrazione e
la rabbia di essere di nuovo incatenato in un gioco che sembra più grande di
lui. E ora, ti ritrovi a pensare chissà come, ecco un altro anello della mia
catena che arriva.
Eccola lì, Misty ti ha trovato e si sta avvicinando. Vorrà rimproverarti
perchè te ne sei andato? Vorrà informarti che finalmente hanno finito di
discutere di sciocchezze e sono pronti a FARE qualcosa?
Un angolo della tua mente sussurra "Forse vorrà solo parlarmi...", ma a
quelle parole ne seguono altre, più crudeli: Non ne ho bisogno."
[Continua...]
passo dei cavalli solo di quel tanto che bastava per non far sembrare il
loro ingresso una carica in piena regola. Le guardie li guardarono
velocemente senza nemmeno fermarli, riconoscendo i loro volti.
Elth'ar si guardò attorno rapidamente, mentre il rumore della città veniva
coperto dallo scalpitare degli zoccoli sul lastricato.
Ancora una volta lo splendore della città li abbagliò, inducendoli a
rivolgere qualche sguardo curioso in giro, per notare i marmi, i fregi, gli
intarsi. Heuft ebbe di nuovo modo di apprezzare la bellezza delle vie che
stavano attraversando e dovette di nuovo reprimere il desiderio di fermarsi
a guardare più attentamente.
La piazza principale era come la ricordavano e la cupola della pagoda
centrale, che si alzava nel cielo sfidando qualunque legge architettonica,
osservava il ritorno dei Prescelti nel luogo dove avevano affrontato la loro
Prova, dove la piccola Saeko aveva trovato un'ingiusta morte e dove Misty
aveva fatto miracolosamente ritorno.
Si presentarono nuovamente e di nuovo percorsero gli stessi corridoi,
attendendo davanti alla porta del Maestro di cui avevano chiesto. Il resto
del gruppo era quasi incredulo che venisse subito concessa loro udienza, ma
a Kilian la cosa sembrava più che normale e si mostrò parecchio impaziente.
Il drow era dannatamente insicuro sui successivi passi da compiere. Il tutto
sarebbe stato più evidente senza l'incognita della stabilità di Misty; senza
aggiungere quella degli altri compagni di viaggio. Dovevano scegliere con
cautela senza lasciarsi trascinare dall'arroganza che, riconosceva
anch'egli, li contraddistingueva. Elth'ar sembrava perso nei propri pensieri
e una delle mani era intenta a giocare nervosamente con un nodo del bastone.
Poco distante da lui, un Portatore con il volto indurito da cupi pensieri si
guardava attorno, indifferente a tutto fuorchè a ciò che poteva costituire
una minaccia. Di tanto in tanto, si rivolgeva a guardare Misty, come a
controllarne la posizione.
Il resto del mondo sembrava invece non avere alcuno scopo se non intralciare
il suo cammino.
Dopo un'attesa più snervante che lunga, finalmente la porta si aprì e fu
loro concesso di entrare al cospetto del Maestro. Il gruppo sospirò di
sollievo, felice che per una volta non vi fossero stati ostacoli a quanto
volevano compiere. La stanza era come la ricordavano: scaffali su scaffali
di libri, un arredamento semplice ed il Maestro chino sulla scrivania,
intento a leggere alcune carte davanti a lui.
"Salve nuovamente, Maestro." - esordì il drow, facendo un cenno di saluto,
imitato dai compagni. Il Portatore incrociò invece le braccia sul petto,
esibendo la sua cera peggiore. Voleva fare più passi verso la soluzione del
problema, invece di andare a zonzo verso luoghi già conosciuti e mai troppo
graditi.
"Bentornati a voi, Prescelti." - l'uomo si alzò dal tavolo, facendo loro
cenno di entrare - "Mi auguro che la vostra missione ad Erhenar abbia avuto
successo."
Elth'ar fece qualche passo verso il maestro. "In un certo senso, così è
stato. Ma adesso il tempo è ciò che scarseggia."
Entrarono due novizi, portando sedie a sufficienza per tutti, affinché
potessero accomodarsi. Kilian rimase in piedi, indeciso se rovesciare un po'
di fiele e chiudere la questione oppure attendere la famosa goccia per
farlo.
Il mago si sedette, appoggiandosi al bastone puntellato davanti a se, fra le
gambe e valutando la reazione del Maestro di fronte alla presenza di Misty.
La ladra era entrata silenziosamente, tenendo lo sguardo basso e si era poi
seduta senza dire nulla.
"Quello che cerchiamo ora è conoscere l'ubicazione e se possibile 'vedere'
le nostre nuove mete: Il monastero dei monaci e il palazzo imperiale a
Suriam." - spiegò il drow.
"Dunque è lì che sono custoditi gli altri due pezzi del medaglione...
Capisco." - Il Maestro si sedette nuovamente, congiungendo le mani sul
tavolo - "Non vi aspetta un viaggio facile - "sono i due luoghi meglio
custoditi dell'intero Impero."
Riflettè un poco, quindi si alzò ed indicò loro la parete non coperta dai
libri su cui campeggiava una grande mappa delle Tre Isole.
"Dovrete recarvi nell'isola di Kami-Suriam" - disse indicandone la posizione
sulla mappa.
Elth'ar si accigliò. "Sono rimasto sorpreso dalla vostra protezione contro
gli incantesimi di traslocazione... Non immaginavo che i maestri arrivassero
a queste capacità. Ritengo sia lecito credere che anche questi due luoghi
siano protetti allo stesso modo."
Il Maestro annuì - "La vostra intuizione è sicuramente corretta, Sapiente.
Così come noi ci proteggiamo dalle intrusioni, altrettanto fanno loro."
"Dunque qual'è il posto più vicino entro al quale ci possiamo spostare in
sicurezza? Credo sia più sicuro iniziare dal monastero che assaltare un
palazzo. Parlatemi di questo luogo."
Nessuno obiettò, così l'anziano iniziò a spiegare, accarezzandosi la corta
barba grigia. "Abbiamo fatto dei tentativi in tutti questi anni ed abbiamo
individuato un luogo, nel folto del bosco vicino al monastero dei monaci
Ha-Ko-Dai, in cui è possibile apparire. E' tutt'altro che facile tuttavia,
penetrare nel monastero. Una volta era un luogo di pace, quanto il nostro
qui in città, ma con l'andare degli anni è stato corrotto. L'ordine dei
monaci è stato sviato ed il loro monastero ne ha risentito. Ora alte mura
circondano Hank-Ha-Ko-Dai..." - commentò segnando un altro punto sulla
cartina (
<BLOCKED::Loading Image...>
http://img166.imageshack.us/img166/3774/treisolehk4.jpg ) - "Ed i monaci
hanno acuito il loro addestramento fisico rendendosi opponenti formidabili,
temuti da tutto l'impero e degni di essere il braccio destro dei Maestri di
Erhenar e di Alto Scoglio."
"Chi comanda lì...Se si può chiedere?" - intervenne Heuft
"La carica con cui viene chiamato è Abate, ironicamente, come se fosse
ancora un uomo di fede e non un depravato, come tutti i suoi confratelli. E'
in carica da diversi anni ormai e collabora strettamente con il Gran Maestro
di Erhenar e l'Imperatore."
"Capisco... Il suo nome?
"Il suo nome è Kazuo Matsumoto e non so dove possa tenere il medaglione che
vi serve. A dire la verità non so nemmeno se lo abbia davvero."
Elth'ar sospirò - "In effetti se è un alleato del gran maestro è probabile
che lo abbia consegnato a lui di già..."
"Dovete capire che nulla di tutto questo è mai stato di dominio pubblico.
Non so dirvi se l'Abate fosse a conoscenza di cosa custodiva."
"Sicuramente lo sapeva il gran maestro." - azzardò il drow e l'anziano
annuì.
"Probabile. In ogni caso, non saprei indicarvi dove possa essere custodito
l'oggetto, se ancora è in suo possesso."
Fu in quel momento che il Portatore prese la parola, dimostrando la totale
assenza di diplomazia.
"Quindi ci spedite in un'altra trappola?" - domandò Kilian, fissando il
Maestro senza la minima traccia di rispetto.
"Posso tentare una divinazione... " - rispose l'uomo dopo qualche minuto di
silenzio - "Ma sono certo che il monastero sarà schermato."
"Vi potrei aiutare in questo, ma non so quanto potrei essere efficace." -
ribattè il mago. Il Maestro sembrò riflettere per qualche istante, quindi la
sua espressione si rilassò. "Potrebbe funzionare... se congiungiamo i poteri
di tutti. Vedete... quel medaglione è connesso a ciascuno di voi e..." - si
interruppe di nuovo, notando l'aperta ostilità del Portatore.
"Volete dirmi che voi non avete la minima idea di cosa ci sia capitato?" -
chiese Kilian, vedendo il Maestro fissarlo - "Non c'era niente ad attenderci
ad Erhenar. Nulla che valesse il rischio. Solamente una trappola. Cosa ci
attende negli altri due posti dove intendete spedirci?"
"Cosa intendete dire? Non avete trovato il frammento, dunque?"
"Abbiamo trovato una trappola del Gran Maestro. Un spiacevole trappola." -
precisò - "Quindi se sapete qualcosa di più oltre a queste 'vaghe'
informazioni, sarebbero ben accette. Non ho la minima intenzione di
ritornare fin qui solo per esporre le mie lamentele una volta finito il
tutto."
"Sono addolorato per quanto può esservi accaduto ad Erhenar, ma..." -
accennò l'anziano ma si interruppe quando Heuft alzò la mano per mostrare la
cicatrice.
"Vi dice nulla? Vi era qualcuno che sembrava molto interessato in quella
città a questo segno...Al punto da volermi cortesemente uccidere..."
Il Maestro gli prese la mano con delicatezza, sfiorando la cicatrice con le
dita e poi la lasciò andare, tornando a sedersi alla sua scrivania.
"E' apparsa dopo un sacrificio di sangue, vero?" - chiese con tono
riflessivo e Heuft annuì un po' sorpreso.
"Questo è inaspettato... credevamo di aver individuato tutti i
discendenti... " - commentò confuso e Kilian lo interruppe di nuovo.
"I discententi di cosa?"
"I discendenti dei Padri. I Draghi."
Kilian guardò Heuft e la sua mano. Negli occhi verdi del Portatore vi era
puro sgomento - "Quale."
"Non mi è dato saperlo... ma il segno sulla mano del Custode, indica
chiaramente la sua discendenza. Il sangue lo ha chiamato, lo ha segnato."
"Io...Se può aiutare sono stato chiamato...Principe... Da quel mago
oscuro..." - confessò sorpreso Heuft. Quando le mani di Kilian lo
sollevarono da terra, scuotendolo come fosse stato un fuscello, la sorpresa
gli rimase bloccata in gola.
"Gorgos ti ha chiamato PRINCIPE?!?"
"Sì... e sembrava molto contrariato..." - rispose lo studioso, cercando di
rimanere tranquillo. Elth'ar non si mosse continuando a fissare i presenti,
incurante delle loro azioni.
"Rispondimi... il nome Demon deLeon ti dice nulla? O il nome Ahzrarn Vom
Vazdru?"
"No. Assolutamente..." - fece Heuft
"Spero che sia così davvero." - intervenne allora Misty, parlando per la
prima volta - "altrimenti giuro che ti ammazzo." - aggiunse sfiorandosi la
mano con l'altra. Thomas Heuft la guardò incredulo, quando Kilian,
altrettanto sorpreso di trovarsi di nuovo in faccende che trascendevano il
tempo, decise di rimetterlo a terra.
"State impazzendo per caso? Intendo tutti... Voi sapete molto...Io nulla..
Chi sono questi nomi? Maestro voi dite che sangue draconico scorre in me...
Ma io non ho magia...Non ne ho mai avvertita... Credevo che il sangue
draconico portasse potere magico..."
"Non è necessario." - gli rispose Misty, con tono metallico - "Io ho sangue
di drago in me, eppure non ho mai avuto il minimo potere magico."
"Dunque ora so perchè sono qui o almeno il motivo...In qualche modo questo
mi lega a voi... E a quello che vuole il vostro nemico. Non è molto ma
almeno so qualcosa. Potete dirmi di più maestro?"
"Gli Eletti di Sechial hanno sempre avuto la massima cura nel corso dei
millenni, nel tracciare la discendenza di Sechial e Shaal. Sono stati tenuti
alberi genealogici, nomi, date."
"DOVE."
Gli interventi di Kilian avevano lo stesso suono dello schiocco di una
frusta.
"A Siverhenehaim, Portatore."
"Quanti draghi esistevano? Voglio dire si può sapre chi era il mio antico
progenitore?" - chiese Heuft, molto perplesso ma non per questo meno
curioso.
Elth'ar fece una smorfia sarcastica. °°°Stranemente tranquillo per aver
scoperto di essere dannato, sotto un certo punto di vista.°°°
"I Padri erano undici, e per quanto ne sappiamo gli unici che abbiano mai
infranto il divieto sono stati Sechial e Shaal, il Padre di tutti i draghi.
Che voi abbiate il sangue di uno dei draghi guardiani nelle vene è
quantomeno inaspettato."
"Non sapete quanto lo sia per me... Anche se da un alto almeno un poco le
cose si chiariscono. Vi è modo di sapere se noi abbiamo lo stesso sangue,
maestro?Voglio dire anche loro hanno sangue di drago... E' lo stesso? Questo
credo sarebbe importante..."
"Io non ho sangue di drago..." -sibilò Kilian- "e taglierò la lingua a
chiunque sosterrà il contrario."
"Beh così avevo capito..." - si scusò Heuft, non meno entusiasta - "Ma Misty
sì non è vero?"
Elth'ar poggiò il bastone sulle gambe e si abbandonò contro lo schienale
sorridendo vagamente all'affermazione menzognera del ladro.
"Io sono la discendente di Shaal... colui che procreò per fermare la follia
provocata da suo figlio." - rispose Misty - "Quindi si, ho il sangue di un
drago nelle mie vene. Una maledizione più che altro."
"Ma mai quanto quella perpetrata da Sechial!" - intervenne il Maestro -
"Vedete, quando Sechial procreò, lo fece perchè ingannato. Sperò così di
poter eludere la morte che aveva visto nel suo futuro, ma così facendo
permise al male di entrare nel mondo, quello stesso male che i Draghi
Guardiani tentavano disperatamente di tenere a bada, con le loro stesse
esistenze. Sechial ebbe due gemelli, che ereditarono il suo sangue e la
maledizione degli Antichi, degli Esterni. Shaal, non ebbe altra scelta se
non di seguirlo ed ebbe una figlia, che sarebbe divenuta la Speranza del
mondo."
Kilian aveva già sentito quella storia troppe volte per poterla tollerare
ancora. Girò i tacchi e si diresse verso la porta, la spalancò - "Quando
avete finito con le favolette, chiamatemi." - se ne uscì senza voltarsi.
Il Maestro sospirò - "Il Portatore ha un pesante fardello sulle spalle e
immagino che l'eredità del suo sangue lo spaventi più di quanto dia a
vedere."
"Avete parlato di due draghi...torno a chiedere è possibile evdere se si
tratti dello stesso sangue? O per assurdo di un altro ancora..." - fece
ancora Heuft, sollevato dal fatto che Kilian non avrebbe più interrotto il
Maestro.
"Vedete, è intrinseco nel Sangue di Sechial portare la maledizione della
Fiamma Nera, ma essa non sempre si manifesta ed è l'unico modo per capire il
ramo di discendenza."
"Capisco... Tutto quello che posso ancora dire è che il mio sangue aprì la
porta di Erhenhar... può servire?"
"Ciò non mi stupisce..." - sorrise l'anziano - "Erhenar fu fondata dagli
undici draghi, tutti insieme."
"Ah... Dunque è logico... Ma perchè solo io di noi ebbi l'impulso a farlo?
E' strano. Fu un'intuizione inspiegabile che mi spinse a farlo... Anche se
ora capisco molto di più... Eppure solo davanti alla porta sentii
qualcosa... In città nulla..."
"Probabilmente perchè Kilian rifiuta il suo retaggio..." - spiegò Misty
sottovoce - "e perchè io in quel momento non ricordavo nulla... ma se Gorgos
ti ha chiamato Principe... questo non lascia ben sperare."
"Sì, disse così. Ed ebbe cura di aggiungere: 'ma questa volta non rovinerai
tutto...'. Capii che voleva uccidermi, ma anche che aveva paura...Ma non so
di cosa."
"Voi siete il Custode della Speranza, questo è il nome datovi dalle stelle."
- fece il Maestro - "Il Maledetto vi teme e ora ancor di più, dopo aver
scoperto il vostro retaggio, così come teme il Portatore, o la Speranza, o
perfino il Sapiente. Essi lo perseguitano, opponendosi al suo volere, unici
a possedere il potere per fermarlo."
"Teme me..." - ripetè incredulo lo studioso, poi indicò Misty - "Scusate ma
se Lei è la speranza... Volete farmi capire che io ne sono il custode?"
"E' così. Non so dirvi in che modo, ma questo è il compito affidatovi.
Proteggerla."
"Capisco...Ed io non so neppure come iniziarlo... Non ho potere, ma lo farò"
- disse deciso, quasi non fosse lui a parlare. Qualcosa semrbava essersi
svegliato in lui di colpo. Qualcosa che riusciva a farlo sperare.
"Per quanto riguarda il medaglione, posso tentare una divinazione, come vi
dicevo..." - proseguì il Maestro - "Se uniamo il potere di tutti, forse
riusciremo a richiamarne l'immagine."
"Credo che sia opportuno e sono pronto ad aiutarvi." - replicò il mago,
facendosi avanti.
***
Kilian era uscito dalla stanza del Maestro mentre lui raccontava per
l'ennesima volta la storia di Sechial ad Heuft. La considerava un'inutile
perdita di tempo che non potevano permettersi. Mentre camminava,
allontanandosi dalla stanza, i pensieri affolarono la sua mente. Un botta e
risposta che sembrava rincorrersi in una spirale infinita, mentre la sua
mente si contorceva in preda alla rabbia e alla frustrazione. Gli sovvennero
pensieri e immagini che non riusciva a riconoscere, nonostante la loro
terribile verosimiglianza..
Parole, milioni di parole, sempre e solo parole.
Quante ne dovrai ascoltare ancora, Kilian? Quando è che tutti quanti
capiranno che è ora di agire, invece di continuare a raccontare storielle
della buonanotte?
D'accordo, si, abbiamo capito, il sangue di drago, la magia e tutte quelle
cose lì. A che scopo parlarne ancora? Cambia la sostanza dei fatti? Ma
neanche un po'!
E intanto che loro parlano e parlano, Misty sta morendo e impazzisce davanti
ai tuoi occhi ogni giorno. E di botto si viene a sapere che anche Heuft ha
sangue di drago nelle vene... come Demon. Principe lo ha chiamato Gorgos...
proprio come l'altro Principe, quello a cui hai tagliato la coda. E come
Demon, anche Heuft non vede l'ora di infilarsi nel letto di Misty,
approfittando della sua confusione. Tsk, se potessi ucciderlo, sarebbe già
tre metri sottoterra, praticamente dal primo momento in cui ci hai avuto a
che fare... ma pare che abbia qualcosa a che fare con Misty... il suo
Custode lo chiamano. E come fai ad ucciderlo adesso? Non ha nemmeno una coda
da tagliargli per sfogarti un po'...
Cammini, cammini, senza nemmeno sapere dove stai andando. Corridoi, stanze,
vedi persone che ti guardano con la coda dell'occhio mentre incedi con il
tuo passo veloce e ti chiedi se non ti rivolgano la parola perchè incuti
timore; a dire la verità lo speri. Tu vuoi fare paura. Vuoi che la gente
abbia talmente paura di te da non pensare nemmeno di intralciarti o
rallentarti. Vuoi che temano la tua voce, il tuo essere, le tue abilità.
Vuoi rispetto. Tutto questo gran parlare del Portatore e della sua missione
alla fine è un modo evoluto di dire "voglio che tu faccia questa cosa, e tu
la farai perchè sei un eroe senza macchia e senza paura e quindi posso
affidarti i compiti più impossibili e tu li porterai a termine. E siccome
sei un eroe, posso anche darti informazioni minime sul compito che devi
svolgere. E tu lo farai lo stesso, spaccandoti la schiena per due volte."
Esci nella piazza dove si è svolto il funerale della piccola Saeko, un'altra
vittima sacrificata sull'altare di Gorgos. I ricordi di quella sera ti
riempiono la mente, mentre richiami alla memoria il dolore, lo scempio a cui
hai assistito. No, non ti aiuta, non devi lasciare che emozioni del genere
ti offuschino la mente. Devi essere freddo come un diamante e altrettanto
duro. E' questo di cui hai bisogno ora, essere distaccato, lucido e
concentrato. Niente moine, niente debolezze. Che pensino pure che sei
spietato o addirittura malvagio, sono fatti loro. Tu fai quello che è
necessario per rimettere a posto le cose che tuo "padre" sta distruggendo.
Risolverai questa situazione e riavrai indietro la tua vita e tua moglie e
se quel porco di Heuft si azzarderà a metterle una mano addosso, gliela
taglierai con tutto il braccio. Dopotutto forse il Custode serve solo vivo,
non è necessario che sia anche integro.
Sempre se è quello che vuoi... sempre se non stai ricominciando a pensare
che forse la tua vita deve essere dedicata all'avventura... perchè porti un
marchio in te che a quanto pare non svanirà mai... e chi ne pagherà le
conseguenze? Tua moglie? I tuoi figli? Li hai a malapena guardati quando
eravate nella Torre di Elth'ar... come se fossero un peso, inutili.
Forse lo sono? Sono una catena? Qualcosa che ti blocca in una vita che forse
non desideri più? Oh si, hai tanto desiderato una famiglia, qualcosa che ti
appartenesse, un po' di pace... eppure quando Misty ha riacquistato i suoi
ricordi non l'hai nemmeno abbracciata. Sei rimasto distante, diffidente.
Forse eri addirittura disinteressato? No, che pensiero orribile!
Le uniche volte in cui hai permesso a te stesso di stringerla, sono state
quando ha rischiato di morire. Allora l'hai abbracciata, hai gridato il suo
nome, ti sei disperato. Ma perchè? Perchè ne sei innamorato o perchè ne
senti la responsabilità? O perchè sei ferito? Nemmeno lei sembra avvicinarsi
a te... anzi pare quasi che ti tenga alla larga, il più possibile. Non un
gesto, un sorriso... come se non aveste nessun tipo di legame. Forse anche
lei comincia a pensare di non poter avere mai pace?
Improvvisamente senti forte il desiderio di sguainare la spada e fare a
pezzi qualcosa. Qualunque cosa. Qualcosa di tangibile su cui il tuo potere
sia evidente. Non effimere parole o stupide profezie o confusione,
sentimenti, o scempiaggini del genere. Datemi un drago e lo abbatterò con la
sola forza delle mani, pensi.
Ma non c'è nessun drago da uccidere per Kilian. Solo dubbi, frustrazione e
la rabbia di essere di nuovo incatenato in un gioco che sembra più grande di
lui. E ora, ti ritrovi a pensare chissà come, ecco un altro anello della mia
catena che arriva.
Eccola lì, Misty ti ha trovato e si sta avvicinando. Vorrà rimproverarti
perchè te ne sei andato? Vorrà informarti che finalmente hanno finito di
discutere di sciocchezze e sono pronti a FARE qualcosa?
Un angolo della tua mente sussurra "Forse vorrà solo parlarmi...", ma a
quelle parole ne seguono altre, più crudeli: Non ne ho bisogno."
[Continua...]